Le materie prime sono cambiate nel corso dei secoli: dapprima venivano utilizzati stracci di fibra tessile (cotone, lino, canapa), mentre a partire dal XIX secolo si iniziano a usare le cellulose ottenute dal legno di conifera o latifoglie, incrementando la produttività ma facendo scendere di molto la qualità della carta prodotta. Per la carta di Mele - utilizzata in esclusiva da Tipografia Pesatori - viene impiegata cellulosa di cotone di alta qualità che garantisce una lunga conservazione nel tempo.


Dopo una fase di raffinazione preliminare, le fibre di cellulosa di cotone vengono inserite in appositi raffinatori detti cilindri olandesi, inventati nei Paesi Bassi alla fine del XVII secolo. Questi raffinatori hanno lo scopo di sfibrare l’impasto rendendo le fibre resistenti e pronte a formare il tipo di carta che si è scelto di produrre.

Lo strumento indispensabile per fabbricare carta a mano è il modulo di lavorazione che ancora oggi è costruito in maniera completamente artigianale. È costituito da due parti: il cascio, la cornice esterna che dà il formato del foglio e la forma, un particolare setaccio in tela di bronzo che permette di filtrare le fibre e formare il foglio di carta. Una volta preparato l’impasto questo viene immesso nel tino di lavorazione in percentuale variabile in funzione della grammatura della carta che si deve produrre. 
Servendosi del modulo di lavorazione si preleva una determinata quantità di impasto che viene poi lavorata dall’operatore, il cosiddetto lavorante, che imprime movimenti attenti e sincroni in tutte e due le direzioni in modo da intrecciare le fibre e formare il foglio di carta. 

In questa fase la carta contiene oltre il 90 per cento di acqua quindi è impossibile staccarla dalla forma toccandola con le mani. Si passa quindi la forma, dopo aver tolto il cascio, a un secondo operatore chiamato ponitore, che esegue il distacco del foglio su un feltro con una operazione chiamata appunto ponitura.
Il supporto di ponitura, a schiena d’asino, è fondamentale per poter distaccare in maniera corretta il foglio dopo averlo formato. La superficie curva ci permette di esercitare una pressione costante per tutta la superficie del foglio durante l’azione di ponitura. I feltri sono utilizzati per comporre la posta, che poi verrà pressata per togliere almeno il 50 per cento dell’acqua.

Quando la posta è completa la si mette sotto una pressa idraulica e si schiaccia per far fuoriuscire circa il 50 per cento d’acqua, questo rende la carta manipolabile e quindi la si può toccare e staccare dal feltro.
La fase successiva è proprio il distacco dei fogli dai feltri, la carta viene impilata in un postone, mentre con i feltri si ricompone la posta che poi verrà riutilizzata per continuare la produzione. Una volta asciugata all’aria la carta presenta circa il 5 per cento di umidità e va ripressata per ovviare al restringimento della fibra e al conseguente accartocciamento del foglio.